Il paradosso EPR
sabato, Marzo 13th, 2021
Una sintesi dei risultati precedenti, in un unico file pdf.
Argomenti:
- Il realismo fisico
- Il principio di località di Einstein (localismo)
- Non separabilità - Entanglment quantistico
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Per quanto visto nel numero precedente l'impossibilità di applicare il principio di indeterminazione di Heisenberg al centro di massa del sistema costituito dalle due particelle, consente di determinare simultaneamente la quantità di moto totale p del sistema (ricordiamo che tale grandezza si identifica con la quantità di moto del centro di massa quando si attribuisce a tale punto la massa totale del sistema) e la posizione relativa x=x1-x2 delle due particelle. Quindi misurando la quantità di moto della particella 1, si perviene automaticamente alla conoscenza della quantità di moto della particella 2. Similmente per ciò che riguarda la posizione della medesima particella.
Tuttavia, per i sostenitori dell'interpretazione di Copenaghen, posizione e quantità di moto della particella 2 sono intrinsecamente legate al procedimento di misura condotto sulla particella 1. Dal momento che tali particelle hanno interagito nel passato per un intervallo di tempo τ (durata dell'urto) per poi allontanarsi, ne segue che in linea di principio, tali particelle possono essere distanti anni-luce nell'istante in cui viene misurata la quantità di moto della particella 1. Un possibile legame tra il predetto procedimento di misura e lo stato meccanico (x,p) della particella 2, implica l'esistenza di una "spettrale" azione a distanza, che per EPR è manifestamente inaccettabile giacché una qualunque interazione non può propagarsi a velocità maggiore della velocità della luce. Ciò è espresso dal seguente principio:
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