Ciascuno di noi è, per così dire, un occhio attraverso cui l'universo contempla sé stesso. Rudy Rucker, matematico e scrittore.
L'Arte di Antonio De Nardis prende forma non solo da un tentativo ben riuscito di Degeometrizzazione del Reale, ma anche da un'interpretazione quasi ontologica dei più inquietanti quesiti sulla nostra esistenza e del suo rapporto con l'Universo. Incidentalmente, la presenza simultanea di "occhi esploratori" rappresenterebbero l'esistenza di osservatori indipendenti così cari al metodo galileiano che ha consentito lo sviluppo della scienza moderna. Ma la fisica quantistica ci insegna che l'osservatore non svolte più il ruolo di "ente distaccato dal sistema fisico in istudio" (a scala submicroscopica). Egli è parte integrante di tale sistema, e per dirla con il fisico J. Wheeler, la denominazione adatta è partecipatore anziché osservatore.... Ma la vera domanda innescata dall'opera di De Nardis è: cosa succederebbe se più osservatori "sovrapponessero" i propri risultati di singola misura?. (altro…)
Probabilmente Antonio De Nardis è uno dei pochi artisti in grado di "denudare" le apparenze, regalandoci una affidabile istantanea di ciò che comunemente chiamiamo "Realtà".
In verità mancava il capitolo di chiusura, dall'inquietante titolo "L'ultima tela"; un'opera ispirata a un famoso racconto di Lovecraft ("Le montagne della follia"). Colgo l'occasione per allegare un'anteprima del dipinto che a me appare a dir poco, impressionante.
Oltre a distruggere la geometria, De Nardis è riuscito a rimuovere la "logica convenzionale" che, in ultima istanza, è quella che restituisce un "mondo ordinato". Ma se ordine soggiacente esiste, non è certo quello riprodotto dal nostro apparato cognitivo... Detto in altro modo, anche la follia ha una sua logica.
Come ha detto Antonio, "Sembra di essere collocati in un flusso, dove arte genera arte." E sicuramente ci sarà una "seconda parte", in cui cavalcheremo nuove idee.
SINOSSI. L'opera di Antonio De Nardis raccontata in modalità visionaria, restituisce una connessione inattesa tra la narrativa fantastica e quelle Arti figurative dove l'essenza del Reale si nasconde tra le pieghe di una "non geometria".
Mescolanza e sovrapposizione di differenti forme espressive, quali aspetti diversi del medesimo processo cognitivo, innescano una nuova creatività in cui l'occhio dell'Artista e l'io narrante dello Scrittore compongono un canale percettivo attraverso il quale l'Universo contempla se stesso.