«Talvolta un pittore pone in un suo grande quadro una figura minore in cui rappresenta sé stesso. Da un lato esso è l'artista che ha creato il tutto; nel quadro egli è però una figura accessoria senza importanza, che potrebbe anche mancare, senza compromettere l'effetto complessivo».
Fondamentalmente, il paradigma del Riduzionismo consiste nell'implementazione di un modello di un sistema complesso attraverso il comportamento dei suoi costituenti fondamentali.
Esempio. Se voglio costruire un modello fisico dell'atomo, devo necessariamente conoscere il comportamento dei suoi "costituenti elementari", ovvero gli elettroni e il nucleo. Si noti, che a sua volta il nucleo è un sistema composito in quanti costituito da neutroni e protoni i quali ultimi a differenza degli elettroni, non sono elementari a causa della loro struttura composita (quarks).
Tale paradigma ha permesso lo sviluppo della Scienza moderna essenzialmente basata sul metodo galileiano. Tutto ciò ha però dei limiti evidenti:
Oggettivazione: escludendo l'osservatore cosciente a priori (condizione necessaria per poter ricostruire un'immagine della Realtà indipendente dall'osservatore medesimo), non è possibile ritrovare la "coscienza" a posteriori. Incidentalmente il paradosso della misura in meccanica quantistica, potrebbe essere - metaforicamente - la conseguenza del tentativo di nascondere in qualche modo l'"io cosciente" dall'indagine fenomenologica del Reale.
Per quanto precede, nel paradigma riduzionistico processi del tipo "cognizione" e "consapevolezza di esistere" sono epifenomeni di un substrato neuronale.
Il punto 2 ci consente di comprendere appieno le contraddizioni di eminenti virologi, come riportato su questo articolo: (altro…)