[¯|¯] Arte e Scienza: un matrimonio sotto la minaccia di un fucile? (parte prima)

lunedì, Gennaio 13th, 2020

arte,scienza,matematica,escher
Litografia di Escher

May God us keep
from single vision and Newton's sleep

William Blake

Introduzione. Il metodo galileiano

Apriamo questo articolo citando un brano di un libro di Richard Feynman

Ho un amico artista, e non sempre sono d'accordo con le sue opinioni. Magari prende in mano un fiore e dice: «Guarda com'è bello!» e sono d'accordo. Poi aggiunge: «Io, in quanto artista, riesco a vedere com'è bello un fiore. Voialtri scienziati lo fate a pezzi, e diventa noioso». E io penso che sragioni.
Prima di tutto la bellezza che vede lui è a dispozione di tutti gli altri -- anche mia. Forse non avrò la sua estetica raffinata, ma so apprezzare la bellezza di un fiore. Per di più vedo nel fiore qualcosa, anzi molto, che lui non riesce a vedere: posso immaginare le cellule, anch'esse con una loro bellezza. La bellezza non si ferma alla dimensione dei centimetri, ma si trova anche su scale più piccole.
Pensate alle azioni complesse delle cellule, e ad altri processi. Il fatto che i colori del fiore si siano evoluti per richiamare gli insetti impollinatori, per esempio, è interessante, significa che gli insetti vedono i colori. E viene da chiedersi: possiamo ritrovare il senso estetico dell'uomo anche in forme inferiori di vita? Molte domande affascinanti nascono dal sapere scientifico: questo può soltanto accrescere il senso di meraviglia, di mistero, di rispetto che si prova davanti a un fiore. Accrescere soltanto. Non capisco come e che cosa potrebbe diminuire.

La bellezza a cui si riferisce Feynman nel brano citato, è intrinsecamente differente da quella percepita dall'artista giacché quest'ultima è immediata nel senso che è percepibile da chiunque. Per essere più specifici, Feynman allude alla bellezza degli schemi astratti quali forme soggiacenti a un qualunque processo del mondo fenomenico. I nostri limitati sensi non riescono a catturare tali forme se non attraverso uno speciale paradigma che in'ultima istanza è quello scientifico, ovvero implementato dal metodo galileiano. Inoltre, una bellezza di tipo estetico non è oggettivabile: artisti diversi percepiscono differenti forme di bellezze. Si pensi a due artisti che dipingono lo stesso paesaggio: il risultato sarà sicuramente diverso, in quanto ciascun artista ricostruisce la realtà esterna in base alle proprie emozioni.
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Oltre la prigione dello sguardo. La degeometrizzazione del reale nell'opera di Antonio De Nardis

domenica, Gennaio 14th, 2018

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Disponibile in formato .epub

Introduzione

Come è ben noto, la percezione del mondo reale avviene attraverso i sensi. La vista, in particolare, svolge un ruolo cruciale nella "costruzione" di una immagine del mondo. Attraverso un complicatissimo sistema di elaborazione, riusciamo a riprodurre nel nostro cervello uno spazio ambiente tridimensionale. Detto in altro modo, il nostro apparato cognitivo/sensitivo esegue un mapping della realtà esterna. Ciò è vitale per la nostra sopravvivenza indissolubilmente legata alla capacità di spostamento nello spazio fisico.

I matematici ci insegnano che il predetto spazio obbedisce con buona approssimazione, alla geometria euclidea. Tuttavia, alcune teorie fisiche prevedono l'esistenza di ulteriori dimensionalità. Un caso significativo - il primo nella storia della fisica - è offerto dalla teoria della Relatività Ristretta formulata da A. Einstein nel 1905, secondo cui lo spazio ambiente in cui si sviluppano i processi fisici è dotato di una quarta dimensione: il tempo. Ancora più audace è la teoria della Relatività Generale, dal momento che aggiunge la curvatura quale ulteriore ingrediente, distruggendo in tal modo il carattere euclideo dello spazio.

Nonostante ciò, la nostra percezione è "inchiodata" alla terza dimensione ed è ferma all'euclideo. Per ora è importante avere chiaro il concetto secondo cui l'ambiente macroscopico nel quale siamo immersi, è con buona approssimazione (nella scala della nostra esistenza) euclideo e tridimensionale.
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