Covid-scanner

Giugno 6th, 2020 | by Marcello Colozzo |

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Covid-scanner

«Cosa è successo?» chiese Veronica passandosi una mano tra i folti capelli ricci che le cadevano a cascata sulle spalle, incorniciando il volto grazioso.
«L’Intelligenza Artificiale ha elaborato i dati relativi alla diffusione virale» rispose Rudi, sedendosi a uno dei computer dell’IaLab.
«È la classica crescita esponenziale…» soggiunse Lord grattandosi il mento. «Occorre un sistema affidabile in grado di eseguire un qualche test seriologico in tempo reale»
«Questo dovrebbe bastare…» disse una voce alle loro spalle.
Era Tino e aveva con sé un aggeggio simile a una pen drive. Lo collegò al computer, e subito dopo apparve una schermata sul monitor.
«Cos’è?» chiese Rudi.
«È un covid-scanner. Esegue una scansione di qualunque superficie, comportandosi alla stregua di un rivelatore di particelle virali. L’ho già testato: funziona con qualunque tipo di virus»
«Per cui restituirebbe un falso positivo scansionando l’epidermide di una persona con un comune raffreddore» interloquì Veronica, per niente convinta.
«Al contrario. Lo scanner utilizza le stazioni radio base della telefonia cellulare per connettersi al database mondiale dove sono memorizzate le firme virali di tutti i virus conosciuti»
«È simile a un antivirus informatico…» osservò Rudi.
«Esatto… Naturalmente lo scanner si interfaccia non necessariamente con un computer, ma con un qualunque device»

***

Il cielo sembrava un’enorme cupola illuminata dalla luce crepuscolare di quella giornata di metà marzo. Nell’occasione Marika indossava una giacca relativamente leggera di colore bianco e che l’avvolgeva dalla testa ai piedi. Si accomodò a un tavolino all’aperto dell’Albatros, accendendo una sigaretta. Il bagliore dell’accendino illuminò i bei lineamenti del suo viso. Nel mentre giunse Rudi che entrò fischiettando nel bar.
«Fa freschetto per essere marzo» disse alla barista.
«Se continua così... Cosa prendi?»
«La solita tisana ai frutti di bosco»
La bevanda gli regalò una sensazione piacevole.
Stava per uscire, quando quasi si scontrò con Marika che stava entrando. La ragazza aveva con sé un borsellino colmo di spiccioli... Una pioggia di monete cadde ai loro piedi. Marika si abbassò per raccoglierle e Rudi fece altrettanto. Fu un attimo: i loro volti quasi si toccarono. Gli occhi scurissimi della ragazza lo fissarono per un tempo interminabile. Egli assaporò la bellezza di quel volto, le cui labbra si dischiusero in una parvenza di sorriso. Labbra perfette, virtualmente divine. Un rossetto non troppo vivace che conferiva un tocco in più di sensualità mista a trasgressione. Una sensualità assolutamente non volgare che inglobava il concetto metafisico di Eros, così ben personificato da quella Dea scesa dall’Olimpo. Amor ch'a nullo amato amar perdona. I versi del Sommo Poeta si materializzarono nella mente di Rudi. All’improvviso avvertì una fitta dolorosa a uno stinco, mentre un sorriso sadico prese forma sulle labbra di Marika. La ragazza gli aveva affibbiato un calcio.
«Sei uno di quelli che ha inventato la storiella del covid, per poi installare i fottuti scanner in ogni luogo, compresa la mia palestra?»
Rudi stava per replicare, ma Marika lo guardò con odio e gli sputò tra i piedi. Subito dopo entrò nel bar e la porta a vetri si richiuse alle sue spalle.

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