[¯|¯] Il gatto di Schrödinger è vivo e medita vendetta

Marzo 27th, 2018 | by Marcello Colozzo |

paradosso del gatto di Schrödinger,meccanica quantistica,everett,interpretazione a più mondi
Fig. 1

Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul paradosso del gatto di Schrödinger, nel modo più semplice possibile. Ci ho provato con un formalismo matematico "minimale", al di sotto del quale non è possibile scendere, altrimenti si diventa banali.

Secondo me, per comprendere il paradosso occorre eseguire un'analisi storica, cioè indagare le vere ragioni per cui il fisico austriaco (premio nobel) Schrödinger ideò tale esperimento concettuale. Tutto sommato, Schrödinger era un determinista per cui non accettava la casualità del "collasso della funzione d'onda".

E a più forte ragione, era inaccettabile il concetto (non fisico) di "sovrapposizione lineare degli stati". Nella nostra realtà macroscopica noi osserviamo "oggetti" in quanto "oggetti" e non potenziali enti fisici in una qualche sovrapposizione di stati. Un sistema macroscopico come un felino, non può esistere in uno "stato di sovrapposizione di vita e morte". Tra l'altro vita e morte sono variabili dicotomiche (si escludono a vicenda), per cui non possono coesistere in uno stesso stato fisico. Il paradosso è estremamente interessante poiché Schrödinger è riuscito a portare le sovrapposizioni quantistiche al nostro livello (macroscopico) di realtà.




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