Il primo articolo si riferisce all'utilizzo di Super Paramagnetic Iron Oxide Nanoparticles. Non approfondiremo questo argomento in quanto off topic. Ci sarebbe tuttavia un'interessante implicazione su una possibile modulazione della densità del numero di elettroni in una cellula. Secondo il fisiologo A. Szent Györgyi, esiste una correlazione tra un eccesso della densità del numero di elettroni "non localizzati" e il fenomeno del cancro. Per comprendere la locuzione "elettroni non localizzati", è necessario riferirsi al secondo articolo citato. Incidentalmente, l'autore (Fröhlich) propone un modello che è molto simile al paradigma dei domini di coerenza di Preparata-Del Giudice. (altro…)
Se il neutrone fosse un oggetto classico, il problema della caduta libera si risolverebbe al volo. Infatti, orientando un asse x verso l'alto, si ha che il potenziale del campo di gravità è
dove m è la massa del neutrone e g l'accelerazione di gravità. Si noti che abbiamo posto lo zero del potenziale in x=0 (suolo). Applicando il secondo principio della dinamica si perviene all'equazione differenziale del moto:
che assieme alle condizioni iniziali x(0)=x0 e d/dt(x(t))=0 (per t=0) restituisce l'unica soluzione
che ci consente di calcolare l'istante di arrivo al suolo:
Schematizzando il suolo come una superficie infinitamente dura, si ha un urto elastico ed è facile determinare la dinamica del processo a tutti i tempi. Sfortunatamente, il neutrone è un oggetto quantistico per cui non è possibile assegnare una condizione iniziale di quella vista prima giacché violerebbe il principio di indeterminazione di Heisenberg. La Meccanica quantistica ci dice che dobbiamo risolvere lo spettro dell'operatore hamiltoniano:
Dal momento che il suolo è una superficie infinitamente dura, si ha:
Ne segue che lo spettro dell'hamiltoniano è puramente discreto. Abbiamo, dunque, solo stati legati. Per determinare lo spettro dobbiamo risolvere l'equazione agli autovalori:
cioè integrare l'equazione differenziale del secondo ordine (equazione di Schrödinger non dipendente dal tempo)
Con le condizioni al contorno:
È preferibile passare al dominio degli impulsi. Come è noto, ciò equivale ad eseguire la trasformata di Fourier giacché le autofunzioni dell'energia nel predetto dominio sono:
Eseguendo la trasformata di Fourier delle funzioni che compaiono nell'equazione di Schrödinger, otteniamo la medesima equazione scritta nel dominio degli impulsi: