Questo hand-book è pubblicato da Passerino Editore su Amazon, nonché su altre librerie digitali. Di seguito la sinossi
Nel 1970 i neurofisiologi cileni Humberto Maturana e Francisco Varela dell'università di Santiago del Cile, nel tentativo di formulare una definizione operativa di "sistema vivente" nel paradigma meccanicistico (ossia senza invocare enti metafisici del tipo forza vitale) si imbattereno in una strana proprietà dei predetti sistemi. In parole povere, ciò che effettivamente distingue un sistema vivente da un sistema non vivente, non è la capacità di riproduzione, bensì la proprietà di "produrre parte di sè". Tale argomentazione potrebbe suonare banale, ma in realtà apre nuovi fantastici orizzonti nel paradigma della teoria dei sistemi. I due neuroscienziati coniarono un nuovo termine per denominare la caratteristica fondamentale degli organismi viventi: autopoiesi che tradotto dal greco significa, appunto, produzione di sé.
Questa specie di "report" potrebbe essere utile a qualcun altro. Il condizionale è d'obbligo perché ciascuno di noi è un caso a sè. Detto in altro modo, il processo di guarigione è qualcosa di troppo complicato per poter essere catturato da un qualunque paradigma. Metaforicamente, per dirla con David Bohm esistono delle variabili nascoste a cui non abbiamo accesso.
Legenda:
ZERO: assenza di risultati
UNO: guarigione
Osservazione
Da un punto di vista cibernetico abbiamo una macchina che ha due stati: ZERO e UNO. Abbiamo, dunque, 1 BIT di informazione, definito come la minima informazione in grado di distinguere lo stato ZERO dallo stato UNO. Il termine "macchina" non deve trarre in inganno, nel senso che non viene invocato il paradigma meccanicistico/riduzionistico. Anzi, l'approccio cibernetico (Wiener) è di tipo sistemico. La presenza di due stati che si escludono a vicenda, suggerisce di utilizzare il formalismo degli spazi di Hilbert.