Archive for the ‘Sistemi dinamici’ Category

L'architettura della complessità

martedì, Giugno 1st, 2021

architettura della complessità,douglas hofstadter


Brano tratto da Godel, Escher, Bach: An Eternal Golden Braid.

[...] Basta solo che consideriamo la più solida delle scienze solide, la fisica, per trovare esempi caratteristici di sistemi che vengono spiegati in termini di "parti" interagenti le quali sono di per sé invisibili. In fisica, come in qualsiasi altra disciplina, un sistema è un gruppo di parti interagenti. Nella maggior parte dei sistemi che conosciamo, durante l'interazione le parti conservano la propria identità, sicché continua ad essere visibili all'interno del sistema. Ad esempio, quando una squadra di calcio si raduna, i singoli giocatori rimangono separati e non si fondono in un qualche ente composito in cui la loro individualità vada perduta. Pure, e questo è l'importante, nel loro cervello si svolgono certi processi che sono evocati dal contesto della squadra e che altrimenti non si svolgerebbero, cosicché quando divengono parte del sistema più ampio, della squadra, entro certi limiti i giocatori cambiano identità. Questo genere di sistemi si chiama sistema quasi scomponibile (il termine è tratto dall'articolo di H. A. Simon "The Architecture of Complexity"). Un sistema siffatto consiste di moduli debolmente interagenti, ciascuno dei quali mantiene la propria identità nel corso di tutta l'interazione, ma che, modificando leggermente il loro modo di essere rispetto a quando si trovano fuori dal sistema, contribuiscono al comportamento coesivo del sistema nel suo complessivo. I sistemi studiati dalla fisica sono di solito di questo tipo. Ad esempio, un atomo si può considerare costituito da un nucleo la cui carica positiva cattura un certo numero di elettroni che si dispongono su "orbite" o stati legati. Gli elettroni legati sono molto simili agli elettroni liberi, malgrado siano contenuti in un oggetto composito.
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Verso un modello matematico di Metapandemia

lunedì, Aprile 12th, 2021

covid-19,pandemia,virus mutato


Un virus non «pensa». Semplicemente, «esiste»

Il titolo di questa sezione è corroborato da una modellizzazione di un virus del tipo macchina molecolare deterministica, matematicamente rappresentata da un sistema autonomo:

essendo f(y) lipschitziana, onde esiste ed è unica la soluzione y(t) che enumera univocamente il numero di contagi nell'intervallo [t0,t]. Lo studio del ciclo vitale di una pandemia, è legato allo studio di funzione della derivata prima (rispetto al tempo) della predetta grandezza. Sotto ragionevoli ipotesi, ci si aspetta un comportamento del tipo di quello graficato in fig.


che possiamo denominare onda pandemica. Assumendo la funzione y(t) analitica, si ha che tale funzione e la sua derivata prima (è questa la grandezza interessante) non si annullano identicamente al finito. In particolare, per la derivata prima (fig. precedente).


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