definita in B e a valori nel piano cartesiano (θ,φ), e tale che
In generale, la predetta applicazione non è globalmente iniettiva, ma lo è localmente in virtù del Teorema del Dini
Precisamente:
con inversa
che è di classe C^{p} su W^{*}, come illustrato in fig.
In altre parole, per il teorema del Dini la restrizione di θ(u,v),φ(u,v) all'aperto W è bi-iettiva, quindi invertibile:
Tale applicazione ci consente di definire la funzione composta:
Calcoliamo le derivate parziali applicando la regola di derivazione delle funzioni composte:
Quindi il prodotto vettore:
Lo jacobiano della trasformazione u=u(θ,φ),v=v(θ,φ) è
Quindi
cosicché x=ξ(θ,φ) è una rappresentazione parametrica regolare di classe Cp su W*, di S* contenuta in S, dove S* è l'immagine di W*. Diremo che la predetta rappresentazione è una carta locale di classe C^p su W*, di S*. (altro…)
Nel caso delle curve abbiamo visto che una rappresentazione parametrica è una funzione vettoriale di una variaible reale t (parametro della rappresentazione) x=x(t) i.e. una terna ordinata di funzioni scalari:
È intuitivamente ovvio aggiungere un parametro per poter rappresentare una superficie di R³:
Queste equazioni istituiscono una corrispondenza tra i punti (u,v)?B e i punti della superficie S rappresentata parametricamente dalla predette equazioni, come illustrato in fig. 1. Alle linee coordinate u=u0,v=v0 - nello spazio B - corrispondono sulla superficie S, le curve:
come illustrato nella seguente figura:
Assumendo le x(u,v),y(u,v),z(u,v) parzialmente derivabili in B, costruiamo la matrice jacobiana della predetta rappresentazione
Definizione La rappresentazione parametrica assegnata è una rappresentazione parametrica regolare di classe Cp (p >= 1), se
1) e funzioni x(u,v),y(u,v),z(u,v) sono di classe Cp in B, i.e. continue in B e ivi dotate di derivate parziali continue fino all'ordine p;
2) risulta
Si noti che la sola condizione di derivabilità delle predette funzioni ci permette di definire un vettore tangente alle u-curve e alle v-curve. Precisamente:
essendo
Ne segue che xu(u0,v0) è un vettore tangente a Γu nel punto P0(u0,v0). In maniera simile, xv(u0,v0) è un vettore tangente a Γv nel medesimo punto, come illustrato in fig.