[¯|¯] L'Entanglement quantistico secondo Jung

Aprile 7th, 2019 | by Marcello Colozzo |

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Secondo Paul Bishop il pensiero di Jung presenta una analogia con Kant, almeno per ciò che riguarda un saggio di quest'ultimo sul medium/mistico svedese Swedenborg.

Nel saggio in questione (scritto da Kant) si narra di una percezione extra-sensoriale di Swednborg: mentre era a Londra egli percepì un incendio a Stoccolma. Nel tentativo di fornirne una spiegazione, Jung invoca l'inconscio collettivo. Peraltro, Jung è ben consapevole dell'impossibilità di localizzare tale Ente:

In termini topologici, si potrebbe asserire che l'inconscio collettivo è un elemento (o se non un sottoinsieme) di uno spazio astratto non metrizzabile (dove cioè non è possibile definire una distanza, e quindi l'introduzione di un sistema di coordinate). Tale spazio potrebbe essere lo spazio della mente.

Jung poi fa riferimento a un eventuale "abbassamento del livello di coscienza" in modo da poter accedere alla "conoscenza assoluta". In termini matematici, anziché riferirirsi al predetto abbassamento, si potrebbero invocare fluttuazioni della topologia in modo da innescare il fenomeno della visione remota.
Nello stesso libro, viene descritta una brillante intuizione di Jung: i fenomeni sincronici non sono fenomeni energetici. E qui si trova in accordo con i fenomeni di Entanglement quantistico studiati dalla fisica contemporanea, secondo cui non c'è trasferimento di energia e, quindi, di informazione (al più, solo informazione degradata ovvero "rumore").

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