Verso un modello autopoietico dell'Universo. Il modello di Darling

Dicembre 17th, 2016 | by Marcello Colozzo |

autopoesi

Attenzione: questo post è solo una metafora che attinge dall'divimportante nozione di autopoiesi introdotta daineuroscienziati Maturana e Varela negli anni 70.

C'è un modello di universo non ortodosso proposto dal fisico David Darling nel sul libro duvulgativo Viaggio nell'infinito.

Come è noto, nei modelli di Friedmann l'universo ha un'origine in una singolarità (big-bang) nel passato. Darling "sposta" tale singolarità a t=-oo, cioè in un istante infinitamente remoto. In tal modo rimuove la singolarità a patto, però, di contemplare un universo che è sempre esistito (un pò come il modello di universo stazionario) con la differenza che il modello di Darling è "oscillante", nel senso che si espande (quindi non è stazionario) per poi contrarsi. Inoltre, il modello di Darling presuppone il principio antropico (introdotto dall'astrofisico Brandon Carter verso la fine degli anni 70.








In parole povere, secondo tale principio affinché un qualunque universo sia in grado di produrre il fenomeno vita deve essere caratterizzato da particolari valori delle costanti fisiche fondamentali. Tali valori devono essere rigorosamente precisi. Ad esempio, in corrispondenza di una minima deviazione, le stelle non esploderebbero come supernovae e, conseguentemente, non si formerebbe il carbonio. In sintesi: il principio antropico è condizione necessaria affinché ciò che chiamiamo "realtà" sia capace di produrre un "osservatore". A questo punto, Darling ci fa notare che il principio antropico è complementare al famoso paradosso della misura, secondo cui è l'operazione di misura compiuta da un essere senziente che crea la realtà a livello quantistico. Nel modello di Darling l'universo sviluppa l'auto-consapevolezza, e in questo si differenzia dai modelli ortodossi in quanto acquisisce una componente per così dire, metafisica. Al contempo cavalca le idee di Pierre Teilhard de Chardin. Infatti, leggiamo da wikipedia:

Negli scritti di Teilhard de Chardin la struttura convergente dell'universo da nascosta si manifesta grazie al suo principio per il quale «tutto ciò che sale converge» come si enuclea dalla Legge di complessità e coscienza; questa viene da Teilhard esplicitata come legge dell'evoluzione simultaneamente sia della materia che dello spirito verso quello che egli chiama Punto Omega e che parimenti esprime una fiducia nel progresso, nell'in-avanti, e in Dio, nell'in-alto. Grazie a questo impianto teorico Teilhard elabora una sintesi che abbraccia l'intera storia dell'universo e dell'umanità, da paleontologo che guarda al passato della specie ma anche da vero e proprio futurologo se non da profeta dei nostri giorni che similmente guarda all'avvenire della specie.
Grazie a questi lavori Teilhard rese popolare in simmetria a quello di biosfera il nuovo concetto di noosfera che appare nei suoi scritti per la prima volta nel 1925.

Nel modello di Darling l'evoluzione dell'uomo è orientata verso l'universo medesimo, nel senso che si identificherà con esso o, ciò che è lo stesso, l'universo diventerà autoconsapevole. Incidentalmente, la complementarità tra il principio antropico e il paradosso della misura, può essere interpretato nel paradigma dell'autopoiesi. Secondo la definizione corrente, un sistema dinamico è autopoietico se realizza la chiusura operativa nel senso che l'output è indirizzato verso l'input, come appare nel seguente diagramma orientato:

Nel caso del modello di Darling, l'input potrebbe schematizzare il principio antropico che "crea" vita intelligente, rappresentata nello schema da un "osservatore". Quest'ultimo determina la realtà a livello quantistico, e tale output viene reindirizzato all'input. Il modello è autopoietico e in un certo senso, "osservatore" e "realtà" si identificano o meglio, si manifestano come aspetti diversi di un unico processo.

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