[¯|¯] Intelligenza Artificiale che genera koan Zen casuali

Febbraio 10th, 2019 | by Marcello Colozzo |

Le idee che compongono la trama di un romanzo possono essere riversate su un supporto materiale (cartaceo o "digitale"). Utilizzando una terminologia introdotta da Douglas Hofstadter, le predette idee appartengono a un livello di astrazione denominato etherware, mentre il supporto materiale compone l'hardware, la cui unica funzione è quella di consentire la divulgazione del romanzo.

In tale paradigma, il supporto materiale non svolge alcun ruolo dinamico per ciò che riguarda una potenziale modulazione del contenuto del libro. Quindi la domanda che ci poniamo è: è possibile realizzare un supporto materiale in grado di modificare il contenuto? O più in generale: una Intelligenza Artificiale è in grado di scrivere un romanzo? In linea di principio, una IA potrebbe comportarsi alla stregua di un sistema formale, in cui gli assiomi sono le unità semantiche che possono essere generate da un alfabeto e applicando le regole grammaticali del linguaggio in cui è scritto il romanzo. A partire dagli assiomi, l'IA dovrebbe essere in grado di dimostrare teoremi. Nello specifico, questi ultimi sono frasi di senso compiuto, in modo da produrre una trama "sensata". È chiaro che un tale sistema è affetto dall'indecidibilità gödeliana, onde per quanto possa essere in grado di scrivere un numero infinito di romanzi, non può scriverli tutti.
Sulla falsariga di questo procedimento, Douglas Hofstadter nel suo libro Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante, presenta un programma scritto in Lisp che genera koan Zen casuali. In questo caso, i teoremi dimostrati dal sistema formale che implementa l'IA, sono appunto, i koan del buddhismo Zen.
Di seguito l'output del programma (scritto da Marsha Meredith):



L'esempio proposto è abbastanza rozzo: i koan non necessitano di una elevata complessità semantica, giacché codificano informazione (spesso contraddittoria) in uno spazio semantico compatto. Il problema successivo consiste nel programmare una IA quale assemblatore di unità semantiche complesse che siano in grado di suscitare emozione in chi legge.



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