Alexander Grothendieck: dalla matematica al misticismo
Settembre 18th, 2021 | by Marcello Colozzo |Il matematico Alexander Grothendieck nacque nel 1928 da genitori anarchici che in seguito a una serie di vicissitudini lo diedero in adozione. Autodidatta, apprese molta matematica dai libri della biblioteca dei genitori adottivi.
Nel 1966 vinse la la "Medaglia Fields", la più alta onorificenza della matematica per i suoi contributi alla geometria algebrica, all'algebra omologica e alla teoria K. Quattro anni dopo, abbandonò notoriamente la sua cattedra presso l'"Istituto francese di studi avanzati" per motivi politici. In effetti, lasciò definitivamente la matematica nel 1991 per ritirarsi in isolamento in un remoto villaggio ai piedi dei Pirenei. Raramente mai visto o sentito da allora, ha trascorso gli ultimi ventitré anni della sua vita in totale solitudine, rifiutandosi di comunicare con chiunque, a volte cercando di mantenersi con "una dieta di zuppa di tarassaco" mentre scriveva migliaia e migliaia di pagine di testo sulla spiritualità e una “prossima resa dei conti”.
Negli anni precedenti e successivi al suo ritiro, Grothendieck iniziò a inviare strane lettere a ex colleghi e amici, esprimendo le sue convinzioni spirituali. Ad esempio, nel periodo 1987-88 ha scritto un manoscritto di 300 pagine (accompagnato da 500 pagine di note) intitolato "La Clef des Songes ou Dialogue avec le Bon Dieu" ("La chiave dei sogni o dialogo con il buon Dio") in cui ha espresso la sua convinzione che "Dio esiste e che parla alle persone attraverso i loro sogni" (Jackson, 2004b). Pochi anni dopo, nel 1990, scrisse una lettera intitolata "La Lettre de la Bonne Nouvelle" ("La lettera della buona novella") che indirizzò a 250 persone, dichiarando che "l'era della liberazione avrà inizio nel giorno della verità, 14 ottobre 1996”.
Nello stesso periodo, bruciò circa 25.000 pagine dei suoi scritti, tra cui vari lavori di matematica, lettere tra i suoi genitori negli anni '30 e manoscritti inediti nel tentativo di "alleggerirsi di tutte le cose" (Jackson, 2004b).
Dopo aver già abbandonato la comunità matematica, all'inizio degli anni '90 Alexander Grothendieck era pronto ad abbandonare del tutto la società. Nel 1991, senza informare nessuno dei suoi piani, si trasferì nel remoto villaggio di Lasserre nei Pirenei del sud della Francia. Lì visse per i successivi 23 anni in isolamento, parzialmente sostenuto dagli abitanti dei villaggi locali.
Morì il 13 novembre 2014 all'età di 86 anni nell'ospedale di Saint-Girons.
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