[¯|¯] La mente nuova dell'imperatore

Febbraio 7th, 2019 | by Marcello Colozzo |

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La mente nuova dell'imperatore, è un best seller del fisico matematico Roger Penrose.

Il libro è di non facile lettura, e non basterebbero dieci post per discuterne. A noi interessano le argomentazioni dell'autore che mettono in discussione l'ipotesi dell'Intelligenza Artificiale forte. In sostanza, secondo tale assunto la coscienza di un qualunque sistema cognitivo (umano, artificiale, extra-terrestre) è il risultato dell'esecuzione di un algoritmo, per quanto complicato possa essere quest'ultimo. Di contro, i processi che avvengono a livello subcosciente non sono computabili (cioè non esiste alcun algoritmo che dia come output il processo medesimo).

Penrose, invece, asserisce l'esatto contrario: per il fisico inglese la coscienza è la manifestazione di un processo non computabile, mentre il subcosciente lo è. Nel tentativo di dimostrare l'asserto, Penrose non utilizza solo il teorema di Gödel, ma invoca il risultato raggiunto da due matematici negli anni 80, sulla non computabilità di una classe di soluzioni dell'equazione di D'Alembert. Precisamente, l'articolo è Noncomputability in Analysis and Phyiscs: A Complete Determination of the Class of Noncomputable Linear Operators. Dal momento che la predetta equazione differenziale regola l'evoluzione dinamica di molti sistemi fisici (si pensi a un campo elettromagnetico), segue che esistono sistemi fisici non computabili, nel senso che non esiste alcun algoritmo che sia in grado di simularne l'evoluzione. Secondo Penrose, il substrato fisico che determina il fenomeno "coscienza" non è computabile, e ciò confuterebbe l'assunto dell'IA forte.




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