[¯|¯] La danza del "salto quantico"

Dicembre 16th, 2017 | by Marcello Colozzo |

meccanica quantistica,filosofia della scienza

Nella fisica contemporanea (in particolare, Meccanica Quantistica - MQ da qui in poi) il ruolo dell'osservatore svolge un ruolo cruciale nel determinare la cosiddetta "realtà". Detto in altro modo, la MQ ha messo in discussione il "realismo fisico" (oltre al "localismo" attraverso i fenomeni di Entanglement Quantistico).

Ccon leggero abuso di denominazione, possiamo classificare la coscienza/consapevolezza di un sistema cognitivo:

  1. H-coscienza (dove H sta per "human", cioè "umana" o più in generale "animale")
  2. A-coscienza (dove A sta per "artificial", ovvero "Intelligenza Artificiale)
  3. ET-coscienza (Intelligenza Extraterrestre)

Inoltre, nel tentativo di quantizzare il campo gravitazionale, la fisica contemporanea si è scontrata con un altro imbarazzante oggetto: lo spaziotempo. Per inciso, già verso la fine dell'800 il fisico E. Mach aveva intuito che lo spaziotempo non è un ente geometrico primitivo da cui far "emergere" tutta la fisica. Incidentalmente, Mach non vedeva di buon occhio nemmeno l'atomismo, ovvero il paradigma riduzionistico. Infatti, egli stava lavorando su un saggio in cui proponeva una visione olistica dell'universo. D'altra parte, il principio di Mach secondo cui l'inerzia altro non è che l'effetto gravitazionale delle masse lontane distribuite nell'universo, riflette molto bene il paradigma olistico. La morte prematura del fisico, impedì la pubblicazione del manoscritto...









Conseguenze:

Se davvero spazio e tempo non costituiscono il fondamento della realtà, cosa effettivamente opera dietro le quinte? Quasi impossibile rispondere, poiché la fisica è "scritta" in termini di spazio/tempo/energia. Tuttavia sono in corso vari tentativi che richiamano teorie sviluppate nei decenni scorsi (spin networks di Penrose, e simili).

Domanda: quali potrebbero essere gli effetti di queste "speculazioni filosofiche" sulle scienze affini? Ad esempio, consideriamo il processo di guarigione così come è considerato in medicina. Parlare di "processo" significa riferirsi allo spaziotempo. Precisamente, si passa da uno stato di "presenza di malattia" a uno stato di "assenza di malattia", come simboleggiato nel seguente schema:

meccanica quantistica,filosofia della scienza

dove - con abuso di notazione - abbiamo utilizzato il formalismo bra-cket di Dirac, utilizzato in MQ. Secondo il paradigma riduzionista la predetta transizione avviene per via molecolare attraverso l'azione di farmaci. Non stiamo comunque rappresentando la malattia o la sua negazione, attraverso uno stato quantistico. Ciò viene fatto erroneamente da Chopra nel suo libro Guarirsi da dentro. D'altra parte, Chopra è un medico e non un fisico, per cui non conosce rigorosamente la MQ. Inoltre, Chopra cerca di rappresentare il processo di guarigione attraverso un "salto quantico". Ma ciò oltre ad essere sbagliato, in quanto non si vedono sistemi quantistici nelle sue argomentazioni, il salto quantico pur essendo istantaneo, è comunque un processo che avviene nel tempo (ovvero in un intervallo di tempo Δt=0, se valutato a scala macroscopica).

Alla luce di queste argomentazioni, possiamo solo congetturare che la guarigione non è né un processo né un evento, ma un "qualcosa" che non avviene nello spaziotempo. Per converso, noi lo vediamo alla stregua di un processo giacché percepiamo la realtà attraverso spazio/tempo/energia.

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