[¯|¯] Oscillazioni forzate. Risonanza
Marzo 22nd, 2017 | by Marcello Colozzo |Abbiamo studiato le oscillazioni forzate in condizioni di idealità, ovvero trascurando le forze di attrito. Nel caso di una sollecitazione esterna funzione sinusoidale del tempo, abbiamo stabilito che se la sua frequenza Ω è di poco inferiore alla frequenza caratteristica ω0 dell'oscillatore, si verifica il fenomeno dei battimenti (che è una conseguenza delle formule di prostaferesi). In particolare, se Ω=ω0 si un battimento di frequenza nulla, ovvero il fenomeno della risonanza.
Consideriamo ora uno scenario più realistico: una forza esterna che sia funzione sinusoidale del tempo, applicata a un oscillatore armonico in presenza di forze viscose. Precisamente:
Il secondo principio della dinamica restituisce:
Dividendo primo e secondo membro per la massa m:
dove
mentre τ e τ0 sono le costanti di tempo introdotte in un post precedente, cioè
Abbiamo così ottenuto un'equazione differenziale ordinaria del secondo ordine lineare non omogenea. Dalla teoria delle equazioni differenziali sappiamo che il suo integrale generale è:
Qui c1 e c2 sono le usuali costanti di integrazione, mentre le funzioni ξ(t,c1,c2) e ξ(t) sono rispettivamente l'integrale generale dell'equazione omegenea associata e un integrale particolare dell'equazione completa. Abbiamo già studiato l'equazione omogenea che descrive le oscillazioni libere nei tre casi:
che in termini di costanti di tempo si scrivono rispettivamente:
Nelle oscillazioni forzate il caso più interessante è quello oscillatorio smorzato. Ci proponiamo, dunque, di determinare l'equazione oraria di un oscillatore smorzato quando è presente una sollecitazione esterna funzione sinusoidale del tempo. In questo caso, l'integrale generale dell'equazione omogenea è
Ricordiamo che
Per determinare l'integrale particalare x1(t) utilizziamo il metodo dei coefficienti indeterminati, scrivendo x1(t) in notazione complessa:
Innanzitutto scriviamo la forza esterna (per unità di massa) in notazione complessa:
Calcolando poi le derivate prima e seconda della x1(t) e immettendo nell'equazione differenziale:
da cui
Segue
onde:
Tuttavia a noi interessa la parte reale della funzione x1(t), quindi sviluppiamo l'ampiezza complessa:
Scrivendo A nella forma A=|A|ejφ, si ha che il modulo |A| si calcola immediatamente dalla seconda delle formule precedenti:
mentre la fase:
Se poniamo
si ha
dove abbiamo utilizzato la nota formula di addizione degli archi:
Quindi
A questo punto non dobbiamo fare altro che prendere la parte reale della funzione x1(t) dopo aver immesso tutte le grandezze trovate:
ovvero
dove xM è l'ampiezza:
mentre la fase è stata già calcolata. Finalmente possiamo scrivere l'integrale generale dell'equazione differenziale completa:
Derivando otteniamo la velocità:
Imponendo le condizioni iniziali
si perviene al sistema lineare
la cui unica soluzione è
Quindi
da cui vediamo che x(t) è la somma di due contributi:
dove xtr(t) è il termine transitorio o transiente, mentre x1(t) è il termine permanente o a regime, ovvero l'integrale particolare trovato in precedenza. Precisamente:
da cui vediamo che non è periodico ma esponenzialmente smorzato e per t»t diviene trascurabile, onde il termine dominante è x1(t). Cioè a regime l'oscillatore oscilla con la stessa frequenza della sollecitazione esterna. Osserviamo che tale circostanza si verifica non solo per bcrit, ma anche per b=bcrit cioè per il caso aperiodico e critico, in cui il termine transiente non è oscillante ma monotonamente decrescente.
A regime l'ampiezza delle oscillazioni in funzione della frequenza Ω è
Eseguiamo uno studio di funzione di tale grandezza.
Insieme di definizione
Segno della funzione
È manifestamente
per cui il grafico ΓxM è contenuto nel primo quadrante del piano cartesiano (O&OMega;xM).
Intersezione con l'asse delle ascisse
onde non esistono zeri al finito.
Intersezione con l'asse delle ordinate
Comportamento agli estremi dell'insieme di definizione
Cioè la funzione è infinitesima
all'infinito o ciò che è lo stesso, l'asse delle ascisse è asintoto orizzontale.
Studio della derivata prima
Abbiamo
Una delle radici è Ω=0, per cui il grafico della funzione "parte" con tangente orizzontale.
che ammette radici reali se
Ricordiamo che la condizione
esprime il caso oscillatorio smorzato, per cui abbiamo trovato una condizione più stringente:
che in termini di coefficiente di viscosità b si scrive
avendo definito un nuovo valore critico di b:
Rammentiamo il valore critico di b che discrimina i comportamenti aperiodico,critico e oscillatorio smorzato:
Segue
In tale ipotesi l'equazione precedente ammette due radici reali e distinte &Omega0 e -&Omega0, essendo
per cui -&Omega0 è da scartare. Inoltre:
Cioè la funzione xM(Ω) è strettamente crescente per Ω appartenente a(0,Ω0), ed è strettamente decrescente in (Ω0,+oo), onde Ω0 è punto di massimo relativo, ed è facile persuadersi che si tratta di un massimo assoluto. Per quanto detto, se bcrit l'ampiezza xM assume un massimo assoluto per Ω=Ω0. Per
l'ampiezza non ha massimi/minimi per Ω>0 e decresce monotonamente in funzione di Ω, mentre il termine transiente è ancora oscillante. Infine, per b>bcrit il termine transiente non è oscillante e l'ampiezza dell'oscillazione a regime è ancora monotonamente decrescente (in funzione della frequenza della forza esterna). Per una questione di comodità matematica è conveniente esprimere le varie condizioni in termini delle costanti di tempo. Ad esempio:
Supponiamo di avere un oscillatore i cui valori m e k siano tali che
In un esperimento computazionale, siamo liberi di variare il parametro reale positivo τ che è la costante di tempo delle forze di attrito. Per τ=0.015s si ottiene l'andamento di figura:
da cui vediamo che non ci sono massimi relativi per valori positivi della frequenza. Aumentando progressivamente la costante di tempo delle forze di attrito, spuntano i primi massimi dell'ampiezza che progressivamente diventano più piccati come mostrato in figura:
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