Un bellissimo teorema

martedì, Maggio 26th, 2015

john nash

Per ricordare il matematico (e premio Nobel) John Nash, riportiamo un brano tratto dal best seller Storia di John Nash, matematico e folle.

Per quanto oggi possa sembrare strano, la dissertazione di dottorato che un giorno avrebbe fatto vincere un Nobel a Nash non ricevette una considerazione sufficiente per assicurargli un'offerta da un dipartimento matematico prestigioso. La teoria dei giochi non ispirava molto interesse fra l'elite matematica, nonostante il prestigio di cui godeva von Neumann. In effetti i suoi mentori al Carnegie e a Princeton provavano un vago senso di delusione nei confronti di Nash; si sarebbero aspettati che il giovane che aveva dimostrato i teoremi di Brouwer e Gauss affrontasse un problema davvero profondo in un campo astratto come la topologia.

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Avendo evitato con successo la minaccia dell'arruoalmento, Nash cominciò a lavorare a un saggio che, sperava, gli avrebbe fatto conquistare il riconoscimento di essere un matematico puro. Il problema riguardava gli oggetti chiamati varietà, che avevano una grande importanza per la matematica di quel tempo. Le varietà rappresentavano un nuovo modo di guardare il mondo, tanto che persino la loro definizione talvolta metteva in difficoltà qualche eminente matematico. A Princeton, Salomon Bochner, che era uno dei migliori esperti di analisi del tempo e un ottimo docente, di solito entrava in una delle sue classi di studenti di dottorato, cominciava a dare una definizione di varietà, si impantanava irrimediabilmente, e infine rinunciava, dicendo che un'espressione esasperata, prima di proseguire la lezione, «Bè, tutto voi sapete cos'è una varietà».

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