[¯|¯] John Nash e la congettura di Riemann

sabato, Febbraio 3rd, 2018

John Nash,congettura di Riemann,A beautiful mind

Nel film A beautiful mind c'è una scena in cui si vede John Nash in una conferenza sulla congettura di Riemann, che si riferisce agli zeri della funzione zeta di Riemann come alle "singolarità dello spazio-tempo".

Ma vediamo cosa dice il libro Il genio dei numeri, da cui è stato tratto il film:

Nella primavera del 1958 [Nash] aveva confidato a Eli Stein di avere «l'idea di un'idea» su come risolvere la congettura di Riemann. Quell'estate scrisse lettere ad Albert E. Ingham, Atle Selberg e altri esperti della teoria dei numeri tratteggiando la propria tesi e chiedendo il loro parere. Lavorò nell'ufficio dell'Edificio Due per ore, notte dopo notte.

Lo scetticismo è la reazione logica che accoglie un simile annuncio, anche se quest'ultimo è fatto da un genio. La congettura di Riemann è il Santo Graal della matematica pura. «Chi riuscirà a provarla o a smentirla si coprirà di gloria», scrisse E. T. Bell nel 1939. «Per i matematici una decisione in un senso o nell'altro sarebbe stata più interessante della conferma o della confutazione dell'ultimo teorema di Fermat».

Enrico Bombieri, dell'Institute for Advanced Study, afferma:«La congettura di Riemann non è solo un problema. È il problema. È l'enigma più importante della matematica pura. È il segno di qualcosa di profondo e fondamentale che non riusciamo a cogliere».
[...]
(altro…)




[¯|¯] John Nash ed Ennio De Giorgi

giovedì, Maggio 28th, 2015

Parliamo ancora di John Nash. Il brano seguente è tratto dal bestseller Storia di John Nash, matematico e folle

[...]

Malgrado questi successi, Nash avrebbe ricordato quell'anno come un periodo di amare delusioni. A primavera inoltrata scoprì che alcuni mesi prima Ennio De Giorgi, un giovane sconosciuto italiano, aveva dimostrato il teorema di continuità. Paul Garaberdian, matematico di Standord e diplomatico francese all'ambasciata di Londra, lavorava al servizio dell'Ufficio delle ricerche navali. Nel gennaio del 1957 intraprese un lungo viaggio in auto attraverso l'Europa alla ricerca di giovani matematici. «A Roma vidi alcuni veterani. Era una sorta di rituale. Discutevi di matematica per mezz'ora. Poi pranzavi per tre ore. Poi facevi una siesta. Poi cenavi. Nessuno parlava di De Giorgi.» Ma a Napoli qualcuno gliene parlò e Garabedian lo rintracciò mentre tornava a Roma. «Era un tipo sporco, ossuto, piccolo, dall'aria affamata. Ma venni a sapere che aveva scritto un saggio.»

(altro…)