[¯|¯] Il processo di guarigione dal punto di vista cibernetico
Novembre 24th, 2018 | by Marcello Colozzo |
Questa specie di "report" potrebbe essere utile a qualcun altro. Il condizionale è d'obbligo perché ciascuno di noi è un caso a sè. Detto in altro modo, il processo di guarigione è qualcosa di troppo complicato per poter essere catturato da un qualunque paradigma. Metaforicamente, per dirla con David Bohm esistono delle variabili nascoste a cui non abbiamo accesso.
Legenda:
ZERO: assenza di risultati
UNO: guarigione
Osservazione
Da un punto di vista cibernetico abbiamo una macchina che ha due stati: ZERO e UNO. Abbiamo, dunque, 1 BIT di informazione, definito come la minima informazione in grado di distinguere lo stato ZERO dallo stato UNO. Il termine "macchina" non deve trarre in inganno, nel senso che non viene invocato il paradigma meccanicistico/riduzionistico. Anzi, l'approccio cibernetico (Wiener) è di tipo sistemico. La presenza di due stati che si escludono a vicenda, suggerisce di utilizzare il formalismo degli spazi di Hilbert.
Più precisamente, l'insieme degli stati della macchina "organismo" è uno spazio vettoriale complesso, munito di un prodotto interno. Lo stato del sistema viene descritto attraverso un appropriato vettore del predetto spazio, espresso come combinazione lineare dei vettori di una qualunque base. Tra le infinite base ortonormali, ritroviamo quella costituita dagli stati ZERO e UNO, che verrebbero rappresentati in notazione di Dirac da |0> e |1>.
Approccio extra-molecolare
Fondamentalmente è basato sulla nozione di autopoiesi di Maturana e Varela, ed è implementato da comuni tecniche meditative e/o di rilassamento. Una condizione vitale è l'allontamento da persone negative, cioè da tutti e soli i soggetti che creano un qualunque tipo di problema.
Tags: cibernetica, guarigione, spazi di Hilbert, wiener
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