Il genio dei numeri. Storia di John Nash, matematico e folle
Giugno 4th, 2021 | by Marcello Colozzo |
Brano tratto da Il genio dei numeri. Storia di John Nash, matematico e folle:
Prima che compisse trent'anni, le intuizioni e le scoperte di Nash gli avevano fatto guadagnare riconoscimenti, rispetto e autonomia. Si era costruito una carriera brillante giungendo all'apice della professione matematica, viaggiava, teneva conferenze, insegnava, si incontrava con i matematici più famosi del tempo, e divenne egli stesso famoso. Il suo genio gli portò anche l'amore. Aveva sposato una studentessa di fisica giovane e bellissima che lo adorava, ed era diventato padre. Era una strategia brillante: questo genio, questa vita. Un adattamento apparentemente perfetto.
Molti grandi scienziati e filosofi, tra cui René Descartes, Ludwig Wittgenstein, Immanuel Kant, Thorstein Veblen, Isaac Newton e Albert Einstein, avevano personaltià del genere, solitarie ed eccentriche. Un carattere introverso e distaccato può essere particolarmente incline alla creatività scientifica, come hanno constatato psichiatri e biografi, esattamente come vistosi mutamenti di umore non di rado sono collegati all'espressione artistica. In the Dynamics of Creation, lo psichiatra inglese Anthony Storr sostiene che un individuo che «teme l'amore almeno quanto teme l'odio» può dedicarsi all'attività creativa non solo in seguito alla pulsione a sperimentare il piacere estetico o il godimento di esercitare una mente attiva, ma anche per proteggersi da un'angoscia suscitata da esigenze in conflitto come il distacco e il contatto umano.
Alla stessa stregua, il filosofo e scrittore francese Jean-Paul Sartre definiva la genialità come la «brillante invenzione di qualcuno che cerca una via di fuga».
[...]Certo, pochissime persone che manifestano una «costante modalità di isolamento sociale» e di «indifferenza agli atteggiamentii e alle sensazioni degli altri» - caratteristiche della personalità cosiddetta schizoide - sono in possesso di un grande talento scientifico o di altri generi di creatività. E quasi mai la stragrande maggioranza delle persone con personalità solitarie e stravaganti di questo tipo è preda di gravi malattie mentali. Anzi, secondo Jhon G. Gunderson, psichiatra a Harvard, tendono a «impegnarsi in attività solitarie che spesso riguardano argomenti meccanici, scientifici, futuristici e in ogni caso non attinenti all'uomo». Personalità dotate di genialità scientifica, per quanto eccentriche, raramente diventano davvero folli, il che costituisce la prova più lampante della natura potenzialmente protettiva della creatività. Nash fu una tragica eccezione. Sotto la brillante superficie della vita, tutto era caos e contraddizione [...] E alla fine il caos emerse, traboccò e spezzò il fragile edificio della sua vita minuziosamente costruito.
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