Componenti elettrici autopoietici?

Aprile 27th, 2020 | by Marcello Colozzo |

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Qualche anno fa avevo cercato di sviluppare il concetto di componente elettrico autopoietico. In sostanza, se prendo un componente qualunque (resistenza ohmica, diodo, etc.), ad una d.d.p. V assegnata corrisponde univocamente una intensità di corrente i=f(V). Ovviamente V può essere una funzione del tempo, ma questo non ha importanza... Un componente autopoietico riuscirebbe a modificare V in base all'intensità di corrente. Ma questa è solo una parte del problema...
Secondo me una cellula nervosa oltre ad avere un comportamento altamente nonlineare (si pensi alla differenza tra un diodo e una resistena ohmica) è autopoietico nel senso di cui sopra. Ma una condizione più forte di autopoiesi (nel senso di Maturana-Varela) è data dalla capacità della cellula nervosa nel "creare parte di sé" (autopoiesi, dal greco: "auto" (sè), "poiesis" (poesia, cioè creare)).








Rileggendo Senza traccia un racconto di fantascienza del lontano 1959, ho trovato il neologismo cerebrosoma (che nel racconto veniva utilizzato per la guida di missili balistici. In sostanza, una sorta di "sistema intelligente"). Tale oggetto potrebbe essere un ottimo modello per descrivere il comportamento di una cellula nervosa, anche in relazione alla possibilità di spiegare la presenza di segnali elettrici a bassa frequenza generati da una rete di tali cellule quali appunto il cervello (umano, animale). Diversamente, ci si aspetterebbe un noise e non un segnale deterministico.

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