
In fig. 1 un screenshot di parte di un commento di un utente
La formula in alto denota l'operazione di passaggio al limite per νc ->0, essendo quest'ultima la frequenza degli atti di coscienza. Per definizione, una supercoscienza esibisce infiniti atti di coscienza al secondo. Tuttavia, per la relazione di indeterminazione tempo-energia (utilizzata da Penrose) il tempo caratteristico deve tendere a zero. Ma ciò è impossibile, poichè al di sotto del tempo di Planck, il tempo semplicemente non esiste. Ne consegue che la supercoscienza "non conosce" il tempo e quindi, lo spazio.
E ciò è una conseguenza dell'esistenza del tempo di Planck. Sia chiaro, qui c'è il grosso problema interpretativo riguardo alla corrispondente fluttuazione di energia. Onestamente non conosco la corretta interpretazione e bisognerebbe studiare a fondo le idee di Penrose. Diciamo che l'impossibilità di "calare" una supercoscienza nel tempo, richiama alcune idee del fisico P. Davies, e non di Max Tegmark, come mi aveva chiesto/suggerito l'utente. Anzi, se ho capito bene Tegmark non accetta le idee di Penrose. Un ultimo chiarimento: l'idea di supercoscienza è una mia fantasticheria cognitiva e come tale non ha alcun fondamento, se non le idee di Penrose (portate alle loro estreme conseguenze).