» Esercizi svolti di Matematica e Fisica

Il ragionevole dubbio. Le risposte degli scienziati di fronte al mistero della vita oltre la vita

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Il ragionevole dubbio. Le risposte degli scienziati di fronte al mistero della vita oltre la vita è un libro di Roberto Giacobbo che fondamentalmente, parla delle cosiddette esperienze NDE (di pre-morte).

Il libro si articola in due parti e decisamente, la più interessante è la prima ove vengono intervistati due neuropsichiatri che si sono occupati di tali "fenomeni di frontiera" a livello empirico. Il punto cruciale è la distinzione tra cervello e mente/coscienza. Dal momento che il cervello è il supporto materiale necessario affinché la mente possa manifestarsi, la sua distruzione comporta automaticamente lo «spegnimento» della coscienza. Le esperienze NDE invece, sembrano rovesciare tale paradigma conferendo alla coscienza un'esistenza quasi indipendente dal supporto materiale. Per comprendere tale argomentazione è utile la metafora della dualità hardware/software proposta da vari autori come ad esempio Paul Davies, il quale addirittura contempla l'allegoria della distruzione del supporto cartaceo di un romanzo, mentre la sua trama appare indistruttibile o comunque allocata nella mente del lettore. Il libro può essere fatto in mille pezzi o addirittura bruciato, ma la sua trama continua ad esistere in un qualche ragionevole senso del termine. In parole povere, si tratta della dicotomia riduzionismo/olismo sotto mentite spoglie: esistono processi che per manifestarsi non necessitano di un substrato materiale.

Per inciso, i fenomeni NDE esibiscono un'analogia straordinaria con la "visione remota" e i "viaggi fuori dal corpo". In questa cornice concettuale, tutto ciò che definiamo "coscienza" potrebbe essere un artefatto inventato dalla Natura per la nostra sopravvivenza, nel senso che per orientarci nello spazio fisico è necessario una visione del tipo dentro->fuori. Diversamente, sarebbe impossibile muoversi lungo le consuete dimensioni dello spazio ambiente. Al momento della morte o comunque in stati alterati di coscienza, viene meno il meccanismo che regola tali processi, da qui le predette esperienze.

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