[¯|¯] Analogie elettromeccaniche (regime lineare)

Marzo 11th, 2017 | by Marcello Colozzo |

seconda legge di newton,equazione del moto,viscosità

Tabella 1. more


Consideriamo un punto materiale di massa m che si muove unidimensionalmente in un mezzo viscoso modellizzato da una resistenza dinamica assegnata. Fissato un riferimento cartesiano (Ox) sulla retta, la seconda legge di Newton si scrive:

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dove i è il versore dell'asse x, mentre R è il modulo della predetta resistenza dinamica che in regime lineare si scrive:

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essendo b>0 il coefficiente di viscosità. Il suo reciproco
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definisce la mobilità del punto materiale nel mezzo viscoso. Con tale posizione l'equazione che esprime la seconda legge di Newton si scrive:
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definisce la mobilità del punto materiale nel mezzo viscoso. Con tale posizione l'equazione che esprime la seconda legge di avendo definito la costante di tempo

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che fissa la scala dei tempi della forza viscosa. Possiamo abbassare di una unità l'ordine dell'equazione differenziale del moto, giacchè la derivata prima di x(t) è la velocità scalare del corpuscolo. Quindi

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che si integra facilmente per separazione di variabili, ottenendo (dopo aver assegnato la condizione iniziale v(0)=v0):

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cioè un transiente che si estingue esponenzialmente. Se il punto materiale è soggetto anche a una forza esterna F(t), l'equazione del moto diventa:

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essendo
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la forza per unità di massa. In questo caso abbiamo il seguente problema di Cauchy:

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la cui soluzione dipende ovviamente dall'espressione analitica della funzione &alpha(t).

Consideriamo ora un circuito elettrico composto da un resistore R che presenta un coefficiente di autoinduzione L.







Circuitalmente ciò equivale a una serie RL. Se il circuito è chiuso e su di esso non insiste alcuna d.d.p, il secondo principio di Kirchoff fornisce:

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Qui VL è la caduta di tensione ai capi di L, mentre VR è la caduta di tensione ai capi di R. Come è noto:
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dove i è l'intensità di corrente:

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essendo q(t) la carica elettrica in funzione del tempo. Segue

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da cui vediamo una rimarchevole analogia con l'equazione differenziale vista in precedenza. Infatti, possiamo passare dalla prima alla seconda eseguendo le sostituzioni:

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per cui la costante di tempo nel caso elettrico diventa:
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mentre alla mobilità ß corrisponde la conduttanza G=R-1. Se poi la serie RL è alimentata da una f.e.m. V(t), si ha:
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Da ciò vediamo che alla tensione V(t) corrisponde nel caso meccanico la forza per unità di massa. A questo punto possiamo compilare la tabella 1.

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