[¯|¯] L'immortalità dell'amico di Wigner

martedì, Aprile 2nd, 2019

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Immagine tratta dalla rivista "New Scientist" (dicembre 1997)

Per quanto visto, secondo Hugh Everett III affinché la meccanica quantistica sia non contraddittoria, è necessario sostituire il processo di riduzione di uno stato quantistico con un processo di cloning dell'universo. Più precisamente, in seguito a un'operazione di misura di una osservabile quantistica, l'universo si riproduce in un numero di copie pari al numero degli autovalori dell'osservabile medesima. In breve, abbiamo una configurazione a N mondi, e pazienza se ci sono troppe variabili giacché N può essere anche pari a +oo.
Tuttavia, l'interpretazione a più mondi conduce a situazioni altrettanto stravaganti e bizzarre (anche se non contraddittorie). A titolo di esempio, consideriamo il seguente esprimento mentale il cui schema è riprodotto in figura:

Σ è una scatola ermeticamente chiusa e contenente un sistema quantistico di spin 1/2 (precisamente, un elettrone) inizialmente preparato in una sovrapposizione lineare degli autostati |+> e |->, della componente dello spin secondo l'asse z (solitamente tali stati sono denominati up e down). Oltre all'elettrone, la scatola contiene un meccanismo M in grado di rompere una fiala F contenente un gas tossico. La minima energia necessaria ad M per rompere F sia per ipotesi correlata allo stato di spin down |->. Inoltre, una volta rotta la fiala il gas si espande in seguito all'eventuale apertura della scatola, uccidendo lo sperimentatore A (amico di Wigner, ove quest'ultimo è fuori il laboratorio, come illustrato nella figura precedente. Tale configurazione sperimentale restituisce la seguente tabella di misure:


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