Un legame inatteso (ma non troppo) tra matematica e arte
Dicembre 2nd, 2017 | by Marcello Colozzo |Di prossima pubblicazione...
Un legame inatteso (ma non tanto) tra matematica e arte. Dalla intro:
Come è ben noto, la percezione del mondo reale avviene attraverso i sensi. La vista, in particolare, svolge un ruolo cruciale nella “costruzione” di una immagine del mondo. Attraverso un complicatissimo sistema di elaborazione, riusciamo a riprodurre nel nostro cervello uno spazio ambiente tridimensionale. Detto in altro modo, il nostro apparato cognitivo/sensitivo esegue un mapping della realtà esterna. Ciò è vitale per la nostra sopravvivenza indissolubilmente legata alla capacità di spostamento nello spazio fisico.
I matematici ci insegnano che il predetto spazio obbedisce con buona approssimazione, alla geometria euclidea. Tuttavia, alcune teorie fisiche prevedono l’esistenza di ulteriori dimensionalità. Un caso significativo – il primo nella storia della fisica – è offerto dalla teoria della Relatività Ristretta formulata da A. Einstein nel 1905, secondo cui lo spazio ambiente in cui si sviluppano i processi fisici è dotato di una quarta dimensione: il tempo. Ancora più audace è la teoria della Relatività Generale, dal momento che aggiunge la curvatura quale ulteriore ingrediente, distruggendo in tal modo il carattere euclideo dello spazio.
Nonostante ciò, la nostra percezione è “inchiodata” alla terza dimensione ed è ferma all’euclideo. Per ora è importante avere chiaro il concetto secondo cui l’ambiente macroscopico nel quale siamo immersi, è con buona approssimazione (nella scala della nostra esistenza) euclideo e tridimensionale.
Tags: antonio de nardis, arte, Geometria, matematica
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